Spesso investire è un pò come affrontare la montagna: la previsione del tempo può cambiare all’improvviso e chi la frequenta è sempre pronto a fronteggiare queste variazioni. Lo stesso vale per i mercati azionari, dove i movimenti repentini sono all’ordine del giorno. Da un momento all’altro, ci si può trovare di fronte a un cambio di tendenza, passando da un mercato rialzista a uno ribassista e viceversa.
Recentemente, questo improvviso cambiamento di direzione è stato particolarmente evidente nell’indice azionario di riferimento, lo S&P500, con un’oscillazione significativa nel breve periodo:
● Un calo del 6,60% tra metà e fine ottobre ha portato complessivamente a una perdita di circa il 10% nell’indice.
● Successivamente, nelle prime due settimane di novembre, un repentino rialzo di circa il 10%.
Questa rapidità di cambiamento ha portato da una visione pessimistica a una più ottimistica, caratterizzata da dati incoraggianti sull’inflazione e segnali positivi dal mercato del lavoro americano. La narrazione attuale si focalizza su un possibile “Soft Landing”, un rallentamento dell’economia senza però entrare in recessione.
A breve termine, è plausibile che i mercati reagiscano positivamente a questi miglioramenti, creando un circolo virtuoso:
● Un apparente rallentamento dell’inflazione.
● I tassi di interesse ufficiali che sembrano stabilizzarsi e potrebbero addirittura diminuire.
● Sebbene il PIL degli Stati Uniti potrebbe rallentare dopo i record di crescita nel terzo trimestre, non sembra prevedibile un ingresso in recessione.
● Gli utili aziendali, dopo la pubblicazione dei resoconti di oltre il 90% delle società dello S&P500, hanno mostrato una crescita del 6% che potrebbe proseguire nei prossimi trimestri.
Questa prospettiva positiva ha scatenato un’effervescenza nel mercato, dando il via a un forte rally di fine anno.
complessivamente possiamo essere più che contenti finora del 2023 che dato dimostrazione di grade resilienza rispetto all’anno passato.